Sculpture détour

Sculpture détour

7 novembre 2014-17 aprile 2015

GALLERIA PERLARTECONTEMPORANEA

a cura di Ilaria Bignotto e Paola Formenti Tavazzani

Sculpture_Détour è una mostra che come in un viaggio senza mappa e percorsi prestabiliti affronta la ricerca di uno scultore brianzolo, Alberto Gianfreda, partendo dalla sua potenzialità di mutamento, condizione primaria per la sua indagine.

Sebbene ancora afferente ai cosiddetti artisti “under 35”, Gianfreda ha in oltre dieci anni di appassionata e appassionante indagine segnato tappe importanti, vincendo tra gli altri il Premio Canova per la scultura nel 2012 e posizionandosi tra gli artisti ai quali il mercato ha prestato attenzione, come dimostra la recente personale Earthquakes negli spazi di Banca Sistema.

Diplomatosi nel 2003 in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, specializzatosi poi nel 2005 in Arti e Antropologia del Sacro, nel 2007 Gianfreda completa la sua formazione al TAM (trattamento artistico metalli), sotto la direzione artistica di Nunzio e la presidenza di Arnaldo Pomodoro. Dal 2005 collabora con l’Accademia di Belle arti di Brera di Milano presso la quale è attualmente docente di Formatura, tecnologia e tipologia dei materiali.

Una inesauribile attitudine alla sperimentazione dei materiali – dalle terre alla pietra, dal legno ai tessuti, passando per i cangianti metalli – segna le varie fasi della ricerca di Alberto Gianfreda, condotta quotidianamente in uno studio-laboratorio che l’artista stesso descrive come “un bosco dove bisogna sempre cercare nuovi punti di riferimento, ma le cui presenze sono indispensabili per tracciare una rotta di viaggio, una nuova esplorazione. Dentro a questo paesaggio verifico giornalmente la possibilità di cui parlavo: ogni scultura può liberamente convivere con un’altra nella diversità”. Un détour nella scultura, appunto.

Convivono nello spazio di Perlartecontemporanea quattro opere scultoree: Via Lattea, 5 perimetri di Prima materia, Dove appoggio le mie mani e Dove cadono le stelle – corpo celeste. Esse ci parlano di crolli e mutamenti, ma al contempo si pongono quali appigli stabili di fronte allo scorrere del tempo presente, dove la scultura di Gianfreda, tra terra e cielo, pare capace di trasformare il concetto di site specific in quello di time specific, termine coniato dall’artista stesso per descrivere il proprio lavoro e la sua capacità a porsi nel presente, messaggio e viatico per l’uomo contemporaneo.

 




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