Variazioni su un tema

di Paola Formenti Tavazzani

Sembra anacronistico parlare di arte militante per Alberto Gianfreda, ma in un certo qual senso non lo è. Lungi dall’avere una valenza politica diretta, quale poteva significare negli anni 60 e 70, essa tuttavia ha una valenza che consiste nel

Sculpture détour

di Ilaria Bignotti

Fame
Se ho voglia, è soltanto
Di terra e di pietre.
li mio pranzo è sempre aria,
Roccia, carbone, ferro.

Sculpture détour

di Paola Formenti Tavazzani

La prima cosa, sbalorditiva, che mi ha colpito nell’opera di AG è il paradosso di dare leggerezza al marmo: il materiale più statico, solido, eterno, si frammenta per ricomporsi in una forma mutevole, sfaccettata, chiaroscurata, quasi morbida, che

Caro Gianfreda

di maestro N. Carrino

Ricevo oggi materiale riguardante il tuo già vasto e impegnato produrre e ti rispondo in vista al contribuire, col mio pensiero, se possibile, al presentare la tua prossima mostra a Milano e Possagno. Dico se possibile, in quanto la tua lettera in accompagno inviatami, è sufficientemente rispondente e funzionale. Nella lezione arganiana che non ho potuto

Scultura, paesaggio, architettura

di S.Bartolena

C’è qualcosa di immenso nelle opere di Alberto Gianfreda. Una grandezza interiore, che non è certo dovuta soltanto alle dimensioni spesso monumentali dei suoi lavori; un respiro profondo, un’aura arcaica (e arcana) che non smette di affascinare.

Presenze ingombranti 2

di M.Galbiati

La scultura di Alberto Gianfreda mantiene  sempre vigile l’attenzione sulla soglia della levità e fatica in una sfida e uno sforzo per muoversi in condizioni di equilibri precari e fragili. Leggerezza e mutazione, movimento ed incastri sono mezzi criptati in materiali semplici, spesso volutamente lasciati grezzi, che nella loro integrità di essenza, aprono relazioni possibili di senso gli uni accanto agli altri. La semplicità aparente dell’opera scultorea di Gianfreda rende possibile, proprio per questa immediatezza riconoscibile della sostanza, di accedere ad un’analisi più concentrata sull’evoluzione della materia nelle forme concepite dall’artista. Guida l’opera al suo stesso senso.

Alberto Gianfreda

In quest’occasione il giovane artista presenta un’istallazione di un gruppo di lavori polimaterici nei quali si intravede una completa sintonia ottenuta grazie a un percorso di ricerca coerentemente condotta dall’autore fino ad oggi.

Ricongiungere il disperso

di Monica D’Emidio

Dell’ombra e della forma segna un punto di svolta nell’opera di Alberto Gianfreda; la ricerca dei lavori precedenti era volta alla compressione di forze e materiali, per cui persino la carta era capace di assumere le stesse caratteristiche di pesantezza tipiche del marmo e del ferro, mentre le opere presentate in questa personale vanno verso il superamento della staticità e la scoperta del vuoto nella forma in divenire.

Da “Antropologia e forme variabili”

di Mauro de Giosa

Caratterizzata da un interesse per la materia è la scultura del giovane artista lombardo Alberto Gianfreda che si può collocare nel solco della tradizione che vede le basi nel Costruttivismo russo di Tatlin e Rodčenko pervenendo a talune tensioni concettuali e a certi impianti di tipo costruttivo di Colla, Carrino, Spagnulo.

Presentazione Galleria San Fedele

di Giancarlo Marchese

Dialogo con Giancarlo Marchese

L’ospite
“colui che accoglie ed è accolto”
Nelle opere di Gianfreda è chiara la ricerca sul valore semantico dei materiali al quale si aggiunge quello della forma.
L’accostamento dei ferro al marmo verde scuro alternando strisce di ferro coese ed attive che poggiano sulla pietra, quasi a scandire la supremazia e la tensione di un materiale forte, il quale diviene simbolico e quindi significante.